Sul Futuro dello sviluppo umano - evoluzione
Altra appendice alla miniserie in questo caso come suggerisce il titolo un approfondimento sulla necessità ed i problemi dell'evoluzione. Potrei partire da lontanissimo, ad es. dalle caverne, immaginandomi cavernicolo medio che riflette "ma perché dovrei voler uscire dalla caverna per costruire una capanna? Si fa un mare di fatica per aver qualcosa di più fragile" come potrei mettermi nei panni d'un armatore genovese che riceve la proposta di Colombo "ma per quale oscuro motivo, io che vivo sul ricco mediterraneo dovrei infognarmi in un'operazione incerta che se fosse vera porterebbe il mediterraneo da centro del mondo a lago del vecchio mondo?" o magari Re d'un qualche regno di un momento imprecisato della storia rimungiando sul perché fare o non fare una guerra contro un altro regno, sapendo bene che dall'altra parte un altro Re starà pensando lo stesso nei miei confronti… Il punto è che per quanto progettiamo il futuro resta con larghi margini di incertezza, possiamo dare priorità ad eventi più probabili di altri, possiamo fare n scenari precalcolati con calma "cosa fare in caso di" per averli pronti in emergenza, possiamo diversificare che quando qualcosa va storto vi sia una ruota di scorta, ma il mondo avanza nella sua complessità, la natura come la nostra specie o società, il cambiamento si può decidere, evitare, abbracciare, osteggiare, ma avviene comunque in un modo od un altro.
Lo scopo di questa appendine è riflettere sul come cercare di far avvenire un cambiamento positivo, visto che cambiare comunque si cambia o in subordine come non esser vittime di cambiamenti fuori dal proprio controllo. Non parlo granché dei prepper con la borsa pronta per star fuori di casa alcuni giorni, una per l'ospedale in caso di ricovero, il conto in più banche di più paesi casomai qualcuna fallisca o scoppi una guerra ma piuttosto la differenza tra efficienza e resilienza, ed i cambiamenti così probabili da esser ancora vaghi, sine die, ma certi nel loro complesso.
resilienza vs efficienza
Per alcuni è un ossimoro, un'antinomia, il teorema CAP del mondo reale, per altri sono due concetti che van di pari passo, io ritengo d'esser a metà strada tra i due estremi osservando che certe azioni, pratiche necessarie alla resilienza sono uno spreco in termini di efficienza, altre in effetti sono esse stesse efficienti rispetto a tante altre opzioni comunemente usate. Per non andar troppo sul filosofico e restare sul tema di questa serie di articoli: la città è venduta come efficiente. In questa serie l'ho già descritta come efficiente solo per pasturare umani, in allevamento intensivo, ma non per molto altro. Qui approfondisco la cosa affrontando aspetti pratici.
Partirei con una riflessione sulla classica ruota di scorta nell'auto: in termini d'efficienza è pessima. Prende spazio, pesa, nelle strade che i più percorrono non si usa praticamente mai. Chi guarda solo all'efficienza la elimina, si fa prima a chiamar aiuto in quelle 4 volte nella vita che servirebbe averla. Chi guarda la resilienza osserva che piove sempre sul bagnato quindi quella rarissima volta che serve si sarà in un posto in cui non si può chiamare o non si riesce ad aver aiuto/averlo in tempi utili. Qual'è qui la via di mezzo? Quanto "costa" la ruota di scorta rispetto al servizio che può rendere? Questo banale esempio vale ad ogni livello, da un lato la teoria classica è che la divisione del lavoro paga, cercare di essere tuttologi è una faticaccia e si è poco bravi in ogni lavoro, "jack of all the trades, master of none", "lo specialista è la chiave", mentre a chi è destinato all'élite si insegna che i leader sono generici, gli specialisti sono operai. Beh, per riprendere l'esempio della ruota di scorta la via di mezzo non è il kit di riparazione, incapace di riparare tagli alla ruota che oggi son ben più comuni nella rarità dei buchi da chiodo. La via di mezzo è cercare di far auto leggere, con ruote piccole semmai. Nei termini di divisione del lavoro vale lo stesso, serve una conoscenza generica per aver visione d'insieme, con lei si sceglie quale specifica conoscenza approfondire e farci una parte di carriera sopra sapendo che è ben difficile sarà per sempre e che si apprendono cose nuove tutta la vita.
Da qui arriviamo al tema della miniserie: il new deal nel senso della vita dell'uomo. Cosa ci serve per esser una società sufficientemente efficiente ma anche sufficientemente resiliente? Cosa serve a livello privato?
Partiamo dal clima: l'uomo vive in varie zone del pianeta, alcune decisamente calde, altre decisamente fredde, alcune decisamente umide e con enorme copertura nuvolosa tutto l'anno, altre decisamente secche e con tanto sole tutto l'anno o quasi. Qual'è il punto? Sono due: noi viviamo in case, abbiamo imparato che controllare/possedere del nostro è meglio di usar la grotta. Quindi un primo punto è il comfort di vita: si vive bene nei deserti subtropicali? Si vive bene nell'artico? Il II è noi viviamo in casa, ma consumiamo cibo che sta fuori, abbiamo avviato esperimenti di fattorie indoor e qualcosa abbiamo di capacità produttiva, ma con costi e scalabilità tali da non esser praticabili su scala, quindi il punto di dove vivere è dove si sta bene e dove possiamo avere cibo, son passati millenni ma questo bisogno di base non è cambiato. Abbiamo migliorato la capacità di conservazione e la logistica dei cibi, questo ci ha praticamente tolto le carestie (beh, a chi ha queste tecnologie) ma siamo sempre parte di un ecosistema naturale. L'astronave che auto-produce il cibo, con l'equipaggio che si riproduce a bordo una generazione dopo l'altra è ancora fantascienza. Se per la produzione di cibo possiamo solo agire con tecnologia e commercio, quindi a livello di società, in genere più d'una, a livello di comfort possiamo anche agire, in parte, da se. La casa moderna è un ottimo esempio: lo stesso design va bene dai deserti all'artico summenzionati. Le differenze sono per lo più nello spessore di isolante e in alcuni accessori (es. su quale lato della casa piazzare una pompa di calore). La casa moderna è efficiente in termini di costo energetico ordinario, ma anche un po', almeno può essere ANCHE resiliente. Piccolo stoccaggio elettrico e f.v., stoccaggio d'acqua pulita con autoclave sono elementi normali nelle case moderne e sono resilienza quanto efficienza o almeno sono resilienza a basso costo rispetto all'investimento intero.
L'auto elettrica beh, non possiamo conservare il cubotto di gasolio che dà si una lunga autonomia, ma che comunque non si fa in casa, mentre l'elettricità in vaste aree del mondo, almeno un po' la facciamo in casa. Non è efficiente e resiliente quanto la casa, ma è un discreto compromesso che ad oggi è di poco sopra l'usabilità, non molto ma è un passo evolutivo necessario a livello macro per rendere efficiente e resiliente la società.
convenienza
È ardua da definire anche perché cambia secondo la finestra temporale di osservazione e gli elementi al contorno, che a loro volta cambiano a prescindere dal nostro volere, ma delle speculazioni possiamo farle. Ma per parlasi chiaro le batterie LFP per ora sono troppo care per metternese un 30kWh in casa ed esser circa autonomi tutto l'anno, in una casa nuova tutta elettrica,