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Telelavoro, quiet vacationing e ratio

Una delle ultime tendenze denigratorie contro il telelavoro è nota come quiet vacationing o hush-cationing, ovvero persone in telelavoro che vanno in vacanza senza prender ferie continuando a lavorare "dall'albergo, piscina e spiaggia". Ora non so se il bipede medio prima di saltare "ecco, i fedifraghi che ne approfittano mentre io lavoro" si ferma un momento a pensare: ma qualcuno PAGA una vacanza, che tipicamente non è gratis, per passar la giornata a lavorare?!

Sono serio, quando leggete articoli sul tema provate a immedesimarvi in quelli che l'articolo descrive ed immaginatevi uno che paga l'albergo, il viaggio, portandosi dietro evidentemente laptop, caricatore, telefono, … per poi star in spiaggia col laptop a prender sabbia sotto l'ombrellone, magari con una copertura improvvisata sennò col Sole estivo manco riesce a veder lo schermo e lavorare.

andiamo al sodo

Può essere che qualcuno con un'intelligenza media più bovina che umana pensi "hey, che bello in pausa pranzo mi faccio il bagno" pagando la vacanza completa e accumulando ferie che dopo tot deve comunque fare o perdere, ma è chiaro che pezzi come questo di Fortune o quest'altro di HRExecutive, Forbes e tanti altri siano piccoli rafforzativi di una campagna contro il telelavoro in atto oramai da un paio d'anni ma tra tutti emergono spunti utili di riflessione tra cui: ma lavoriamo per esser li, a disposizione di qualcuno tot tempo o per far qualcosa entro tot tempo?

Ecco io propendo per la seconda, si lavora per produrre, realizzare beni, erogare servizi e via dicendo, quindi il tempo di lavoro non è il lavoro ma il tempo necessario per realizzare qualcosa. Ci sono lavori in cui il servizio che si realizza è esser disponibili tot ore al giorno, ad es. un servizio clienti ha come compito di servire i clienti di una certa attività, non può granché "esser asincrono", serve esser reperibili ovvero in condizione di rispondere al telefono (ad es.) in un ambiente con rumori tali da poter conversare senza problemi (quindi non in discoteca o con il taglierba del vicino che ronza), disponendo degli strumenti necessari per lavorare, ad es. un computer che implica una tastiera ed una postazione in cui si possa operare comodamente per tutto il tempo necessario, stando anche in condizioni fisiche che permettano un'efficace operatività (quindi ad es. non sotto il sole cocente o il freddo intenso) ecc ecc ecc queste condizioni si han tranquillamente in una stanza-ufficio di casa, come in ALCUNI uffici e non si hanno in altri, ad es. non si hanno in tanti open space sempre più di moda per tagliar i costi, non si hanno con colleghi che vengono fisicamente nel gabbiotto e via dicendo, come non si hanno seduti sul divano con un craptop sui genitali o in spiaggia. Lo stesso vale per i lavori che sono per natura asincroni, si possono svolgere in momenti randomici della giornata, ad es. uno scrittore scrive secondo ispirazione, che può avvenire mentre si sta ubriacando un capodanno come mentre passeggia da qualche parte e via dicendo ma anche in questi casi estremi serve aver sottomano gli strumenti del caso ed un ambiente acconcio per poterli usare.

Il sodo quindi è che per lavorare serve una stanza comoda ben attrezzata, come in ufficio ci si assenta per andar in bagno così a casa si va in bagno, come in ufficio c'è la pausa caffè e sigaretta a casa c'è la pausa usata per far partir la lavatrice o per stendere quando ha finito. Come in ufficio c'è la pausa pranzo così a casa c'è il pranzo cucinando e mangiando con un po' di organizzazione, questa è la chiave, organizzarsi per. La stessa chiave peraltro che è necessaria nel modello urbano di uffici e trasporto collettivo ogni giorno, occupando i gallinai detti appartamenti circa solo per dormire, gli uffici circa solo per il tempo di lavoro, sprecando energia in coda nell'itinere o "commuting" per gli anglofili ogni giorno, sprecando tonnellate di materie prime per costruire ed operare queste mega-strutture sottoutilizzate e non utilizzabili meglio per meno di 12 ore su 24 neanche tutti i giorni dell'anno.

conclusioni

È meglio telelavorare vivendo in un luogo "di vacanza" tutto l'anno, prendendosi pause concordate che possono essere le ferie classiche come giorni sparsi su tutto l'anno senza lunghi periodi di vacanza, magari con eventuali figli che fan vacanze più lunghe visitando parenti ed amici sparsi per il mondo, scambiandosi alla pari con questi, stando in immobili comodi e acconci non come nomadi digitali su postazioni precarie dipendenti al 100% dai servizi di qualcuno che sottraggono reddito sino al punto d'arrivare a non possedere nulla pur lavorando come matti e non è solo meglio, è possibile, è bene ed apre le porte a chi non telelavora per una vita migliore perché anche il telelavoratore che al posto di andar in centro in ufficio sta in campagna come c'è l'ufficio da pulire ci saran le case, come c'è il bar con 10 altri bar in 100 metri ci saran i ristoranti dei paeselli e la scarsa densità significa clientela garantita come lo è nell'alta in centro, ma stando tutti più comodi perché lavoriamo per vivere, non viviamo per lavorare per il gaudio di 4 gatti che vogliono l'urbe, loro parco giochi "prossimamente smart" in cui pascolare gli umani e giocarci liberamente come i bambini col criceto in gabbia.

Fateci un pensierino e dite la vostra e soprattutto RAGIONATE e rigettate ciò che è contro il vostro interesse anziché seguirlo irretiti dalle emozioni. Imparate a riconoscere i vostri nemici e chi potenzialmente è vostro alleato non già avversario.