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Sui test, gli esami, la misura e fiducia vs conoscenza

Visto che in questi tempi molto si discute di test psicoattitudinali, esami, prove, voti, … ho pensato di radunare qualche nota personale.

gli scopi, i limiti, gli abusi dei test

Nel senso più generale del termine, non di un tipo di test in particolare.

Beh, lo scopo primario è formalmente "pesare" un individuo per alcuni aspetti, può essere forza fisica, resistenza, capacità di tiro al bersaglio, cultura generale, carattere, gusti personali, … il punto è avere un metro di qualcosa che non possiamo facilmente misurare come misuriamo massa, lunghezza, volume ecc.

La misura ovviamente non è granché valida, riducibile a numero, ove la si rappresenti come numero questo "dice poco", non è come tot cm di stoffa, con l'ovvio margine dell'elasticità della stessa pesato o meno, ma dà un indice generale, se il test è diciamo "ben fatto".

Ovviamente lo scopo del test può essere "pesare" apposta per far passar qualcuno e non qualcun altro negando che questo sia lo scopo. L'abuso e l'uso non han confini granché netti. Ma al contempo abbiamo spesso una necessità di misura "massiva", "rapida", "su sconosciuti" di aspetti, peculiarità che non sappiamo conoscere altrimenti. Per questo ci siamo inventati lo strumento abusabile, non così affidabile, aleatorio ecc del test che è comunque talvolta il meno peggio che abbiamo.

Il rischio principale non è tanto l'abuso diretto quando l'emersione del conformismo, la spinta alla mediocrità che un test generico porta.

la necessità di una misura generica

Uno dei classici temi che emerge dalle discussioni pubbliche è che si testano i piccoli (scuola, con le infinite discussioni su voti ed esami), i lavoratori di basso rango, … ma non le figure apicali della società.

Di primo acchito è vero, da bambini appena inizia la scuola iniziano i voti, ovvero una forma massiva e generica di test, che formalmente testa le competenze acquisite ma che in media testa più che altro la conformità ai dettami trasmessi dalla scuola, definibili come indottrinamento sociale. Serve ciò? A chi serve? Beh, serve certo alla classe dirigente, che "plasma" una popolazione come la desidera, ma serve anche alla popolazione stessa perché per far funzionare la società, sistema complesso, serve anche conoscere la stessa e trovarsi un proprio ruolo in ogni fase della vita. Di nuovo ha degli usi e degli abusi, elementi negativi e positivi.

Per i test successivi, tipicamente la patente per i più, poi test psicoattitudinali vari per molti, ma anche esami vari lungo il percorso di educazione terziaria sino al concetto di tesi, che è un esame si, ma meno rigido, almeno idealmente, del voto numerico. Concorsi pubblici per altri ancora e via dicendo. Sono test analoghi, ma "specializzati" per qualcosa, si è già formato un Cittadino e ora si vuol testare se questa cosa specifica può o meno farla. Anche qui l'abuso è facile, ma c'è anche un uso razionale, banalmente per la patente prima di permettere a qualcuno di guidare si vuol aver una certa garanzia che non sia un pericolo per se e per gli altri nel farlo. Al contempo si può fare un test che escluda gente che ha diritto di accedere ad es. ad un determinato lavoro senza discriminazione ma le si testa con cura per evitare che possano passare.

Infine c'è il problema del conformismo: qualcuno può passare il test perché s'è allenato, ma di fatto non ha le competenze testate eppure passa lo stesso come se le avesse ed al contempo un soggetto molto brillante che ha trovato metodi innovativi per far qualcosa può fallire il test perché questo non li comprende essendo un'invenzione personale e la penalizza al posto di pesarla.

Per questo le figure apicali in genere sono "testate" altrimenti, non con esami di massa, quiz a crocette od altro, perché da una parte si vuol aver una ragionevole certezza di chi seleziona, ovvero non pesare qualcuno più di quel che vale, dall'altra non si vuole segare qualcuno perché è sopra la media, ovvero pesare qualcuno meno di quel che vale.

Il test delle macchie di Rorschach non so quanto sia valido, ma se lo è certo può andare per un bambino che lo vede la prima volta. Non varrà granché per uno psicologo che lo conosce e quindi può benissimo apparire altro convincendo d'esser altro chi gli fa il test. I test di "logica" comuni nei dintorni di Ingegneria sono un altro esempio: testano più che la capacità logica l'avvenuto acquisto, lettura e più o meno significativa dedizione ai libricini editi apposta "per prepararsi al test". Per questo non si testano figure apicali, la misura già poco precisa non sarebbe del tutto affidabile.

Van però bene per testare genericamente in massa, come ad es. la patente che prendono pure tanti incapaci a guidare ma che in media garantisce un minimo di attenzione a chi la si dà. Questo è l'uso, e la necessità di poter farne questo uso.

conclusione

Al netto di aleatorietà ed imprecisione un punto base resta un problema classico "fiducia vs conoscenza": mi fido di chi ho davanti? Se si non serve metterlo alla prova, se no serve, e li c'è il problema di trovare una prova che sia accettabile ed indicativa. Per questo serve testare, come serve capire che questi non sono una misura "precisa" come la bilancia con cui pesiamo gli alimenti che acquistiamo e serve che il test non sia una barriera forte ma solo un'indicazione nel continuo gioco di "quanto fidarsi, quanto conoscere al netto di quanto possiamo conoscere".