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Sul Futuro dello sviluppo umano - non c'è speranza

Un titolo cupo ma incompleto, manca il perché ed il per chi non c'è speranza. Qui cerco di descriverlo per sommissimi capi ma la miglior sintesi è che non c'è speranza per i più poiché come ben si dice da illo tempore il popolo è bove e ignorante o come un po' più nel dettaglio analizzò Gustave Le Bon nel suo Psicologia delle Folle1 quando si è in folla si dà il peggio di se, ad ogni livello, anche una folla dei migliori tra i migliori. Per farla breve il succo è che non c'è speranza per i più perché i più non conoscono il mondo in cui vivono, non conoscono la società di cui dovrebbero essere Cittadini, sono come pecore nel branco, pasturate da una classe dirigente che da un lato ha bisogno di reazionarismo, comformismo quindi, ubbidienza, per garantire la posizione raggiunta, dall'altro c'è la necessità materiale di cambiare in una popolazione che allevata al conformismo ovviamente rigetta ogni cambiamento. Il neomalthussianesimo è visto dalla classe dirigente come risposta, se ci riduciamo a 3 miliardi di individui allora potremo continuare così ancora un po', osservazione reazionaria anche questa, anche questa presa in folla.

Ma andiamo con ordine partendo appunto dal dove siamo: negli articoli precedenti abbiamo visto che una speranza tecnicamente può esserci non so quantificare per quanti nel mondo intero, ma penso più dei tre miliardi che i neomalthussiani pensano. Tecnicamente non è però umanamente e qui casca l'asino.

le scelte ciclicamente sbagliate

I più ad ogni crisi vogliono tornare al passato, "quando le cose funzionavano". Del tutto ignorando che la storia non s'è mai fermata e quel passato se era "funzionante" allora è comunque ciò che ha generato il presente disfunzionale, quindi tanto funzionante non era, se non per un breve periodo ovvero è superato.

Questo vale in generale, per i singoli di ogni censo, per vaste coorti di persone che si formano, si trovano e si appoggiano l'un l'altra. Abbiamo una popolazione media che è terrorizzata dal cambiamento, poco importa se sembra o se è effettivamente positivo o negativo, se è davvero un cambiamento è osteggiato a prescindere. Siamo in una società formalmente secolarizzata, della Scienza, della ratio, eppure i più tanto peggio stanno tanto più si rifugiano "sui generis" nella religione, mostrando di essere neuroschiavi (cfr. omonimo testo di Marco Della Luna e Paolo Cioni).

Abbiamo perso un mare di intelligenza, uccisa in due guerre mondiali, guerre interne all'occidente per comune desiderio di maggior arraffaggio tra diverse coorti in competizione, col risultato di arricchire pochissimi a detrimento dei più sprecando un mare di risorse sia materiali che umane; abbiamo perso competenza per conseguenza ed una riforma scolastica alla volta per forgiare cittadini-sudditi, operai modello Ford sostituibili, utili idiotes del capitalismo al posto di teste pensanti oggi siamo messi davvero male.

Eravamo molto in alto, quindi ancora abbiamo molto margine di manovra, ma i più continuano a remare contro il proprio interesse cercando di "tornare al passato" al posto di disegnare un futuro possibile, necessario, opportuno, preferendo camminare a passo di gambero mentre il dualismo tra la necessità di collaborare per lo sviluppo e la spinta a competere per le risorse non trova equilibrio.

qualche esempio

alcuni han capito che i fossili non sono eterni, certo si rigenerano in natura, ma in milioni di anni, noi li consumiamo in meno di un migliaio, non siamo manco in grado di mantenere larga parte della costosissima infrastruttura che intorno ai fossili gira, perché ai più come arrivi la benzina al benzinaio non interessa, ma produrla e farcela arrivare ha un costo enorme in termini di risorse naturali. Abbiamo quindi compreso che serve convergere ad elettrico, come capimmo tempo fa di convergere ad IP per ogni sistema di segnale, poiché sono tecnologie che comunque ci servono, all'incirca universali (ci si può quasi tutto ciò che serve) e questo permette un'economia di scala spaventosa che nessuna tecnologia "specializzata" può avere. I più sono contro, senza sapere manco perché. Tutti abbiamo respirato con fastidio il gas di scarico di un altro veicolo qualche volta fermi in coda, tanti han provato la scomodità di scaldarsi col pallet o la legna (che volumi a parte sarebbero le soluzioni più rinnovabili che abbiamo, ma rinnovabili a ratei di utilizzo molto minori del fabbisogno), tanti han provato la comodità dell'aria condizionata, della ventilazione ed igroregolazione in casa, eppure i più sono contrari anche se han visto quanto si sta bene con loro.

Abbiamo grazie allo sviluppo tecnologico il telelavoro che ci permetterebbe di lasciare le grandi città oramai invivibili ed inevolvibili se non verso ghetti iper-costosi in cui raccogliere sacche di miseria schiava, eppure tantissimi sono contro, non solo gli aspiranti dittatori, tantissimi cittadini comuni che "sentono il bisogno dell'ufficio", anche loro senza saper fornire ragioni sostanziali. Così tante spinte al ritorno in ufficio per ragioni di intruppamento e spennatura di polli oversize pur fallendo per un po' tengono peggiorando ulteriormente la situazione, facendo si che anche dopo la scuola che loda la mediocrità si selezioni sul lavoro i più inesperti, disperati ed incompetenti mentre i talenti fuggono e nell'interim le città degradano sempre più senza che i loro abitanti riescano a comprendere il perché, preferendo dar la colpa all'immigrato (che però torna utile quando serve manodopera a basso costo) o a questo e quello e non alla città stessa, al modello non più sostenibile.

Chi vive in zone sempre più alluvionate dà la colpa "alla geoignegneria", "non sono alluvioni naturali, le han provocate apposta", il cui protest, il come non spiegati non contano. Peste che qualcuno si domandi "hey, ma perché vivo qui? Conviene restare o è meglio rilocare?" e peste quindi che si arrivi a richieste popolari sensate come aiuti a rilocare al posto di aiuti a ricostruire immobili già andati n volte a bagno chi vi andranno ancora e ancora.

Al contempo non si comprende l'universalità del design delle case moderne, le stesse tecniche e architetture valide ai tropici, all'equatore, nell'artico ed in ogni altro clima del pianeta, cosa che appunto permette l'economia di scala, l'universalità della pompa di calore, dal frigo al condizionatore passando per compressori d'aria e radiatori delle auto, che sono di fatto componenti di una PdC (compessore, condensatore e circolazione del fluido).

Di esempi così ve ne sono moltissimi, su scala implicano semplicemente che le popolazioni in media fan da amplificatori di scelte sbagliate, più va male peggio diventano le scelte medie in risposta al malessere.

il mondo che cambia

Che il mondo sia sempre cambiato è cosa assodata, ed al contempo negata dai più, sappiamo che c'era un mare in Asia Centrale, che l'Europa è stata lava un tempo e pure terra ricoperta da un mare di ghiaccio, ma no, sono tutti eventi lontani, "ora la storia s'è fermata" e siccome lei di fermarsi proprio non ne ha voglia noi ci troviamo con filiere industriali che crollano per mera mancanza delle precondizioni necessarie al loro mantenimento, agricoltura che dovrebbe andare altrove e dov'è non riesce a produrre la varietà che serve, infrastrutture degradate che non possono servirci manco per quel che servivano quando erano ancora buona e via dicendo. Il risultato è un aggravamento ulteriore della situazione poiché oltre ai problemi endogeni ne abbiamo di esogeni. Abbiamo anche problemi demografici: in Cina mancano donne, la politica del figlio unico unita ad una popolazione non progredita portò a selezionare maschi abortendo/uccidendo le femmine ed ora anche con la spinta a tre figli per donna non si può compensare e non vi sono le condizioni per far abortire selettivamente feti maschi per tornare artificialmente al bilancio di genere con qualche generazione di buco. La popolazione media invecchia quasi ovunque e anche se l'automazione fa sempre più, anche se i più non fossero reazionari non basterebbe a compensare, non ancora almeno, nel mentre le popolazioni affamate del III mondo scalpitano che giustamente anche loro vogliono un posto a tavola, come ogni altro. Il mix di questi fattori è devastante.

conclusioni

Lo scenario realizzato (che conto di ripulire ed organizzare meglio nel tempo) mostra quel che ritengo, nonostante tutto, un futuro possibile, almeno tecnicamente possibile e che comunque in un modo o nell'altro con qualche dettaglio diverso ma si dovrà realizzare… Ritengo non avverrà se non dopo un ennesimo disastro epocale, nuova guerra mondiale con annessi e connessi ad esempio, per fattori umani, alla fine avverrà se la nostra specie non si estinguerà o non perderà totalmente il grosso di ciò che ha conquistato sinora, ma non lo vedremo quasi certamente noi che siamo vivi oggi nella durata della nostra vita. La speranza è che comunque quel che alcuni han visto e realizzato oggi domani riuscirà a fiorire dando a popolazioni meno disadattate o almeno diversamente disadattate di quelle d'oggi un futuro migliore per proseguire il cammino evolutivo che con alti e bassi nel corso della storia non s'è mai fermato.