eXplorer web corner

Sul Futuro dello sviluppo umano - l'istruzione

Questo articolo è un'appendice alla miniserie sullo sviluppo umano possibile, il cui scopo è disegnare una scuola adatta alla società che immagino per il prossimo futuro possibile.

La prima domanda è "una scuola l'abbiamo, cosa non va per volerne un'altra?" e la risposta corta è che da anni, decenni, la scuola mostra un declino d'efficacia spaventoso. Ricordo ancora il benvenuto da matricole del prof. di Analisi 1: "queste sono le statistiche del mio corso negli ultimi anni…", sino agli anni '90 o giù di li, media del 27, percentuale di bocciati al primo appello sotto il 10%. Poi una salita non esponenziale ma quasi con percentuali dei bocciati che arrivano in qualche anno al 70% e la media dei voti scende al 18. Lui commentò di non saper la causa, ma che le riforme scolastiche intercorse sono la più ovvia delle spiegazioni.

Io come fosse la scuola prima non lo so, l'ho sentito raccontare, ma non l'ho vissuto. Allo stesso modo non sono un insegnate, sono stato allievo, ho tenuto giusto qualche corso e non ho esperienza ulteriore, però osservo, e qui condivido la mia opinione, un aneddoto e riflessione alla volta.

il libro

Mi pare fossi in IV liceo (se qualcuno ricorda la nomenclatura classica II liceo) ed una sera a cena da amici di famiglia, venne il tema della scuola e chiacchierando espressi il mio disappunto per Filosofia che proprio mi stava sull'anima, il testo adottato in particolare, un vero mattone, il mio ospite, avvocato appassionato di cultura classica, ascoltò poi a fine serata mi prestò un libro: "prova a leggerti questo". Il tema era la filosofia classica, i presocratici. Il libro era il De Crescenzo. Non esattamente un testo scolastico, ma mi appassionò e un libro alla volta passai da uno scarno 7 ad un 10. All'università cercai di replicare andando a caccia di vecchi testi, o per lo meno di testi scritti con quello stile. Alcuni ne ho trovati e sono stati quelli che mi han fatto fare faville con il minimo sforzo, spesso persino per corsi che non mi interessavano, mentre mi han spinto e appassionato in altri di mio gusto.

Come già detto non conosco la scuola di prima, però so che i testi che ho avuto e che ancora oggi posso vedere, sono da me arrogantemente classificati come spazzatura prodotta per il business editoriale. Serve siano voluminosi, ben illustrati, probabilmente per giustificarne nuove edizioni regolari e prezzi elevati, ma sul piano gnoseologico sono osceni, conclusivi, noiosi.

La cura che immagino è imporre editoria solo pubblica per la scuola pubblica, ogni singolo docente può scrivere un libro, magari ripescando tra quelli su cui ha studiato (che penso per molti siano ancora "vecchio stile") oramai fuori copyright, e pubblicarlo su una piattaforma pubblica modello LuLu and co, lui/lei sarà compensato/a secondo il livello d'adozione del testo, da parte dei suoi colleghi, non ci sarà alcun business editoriale che spinga a far mattoni o nuove edizioni, si pagano le singole adozioni1 non importa quanto vecchia sia l'edizione, quante pagine o illustrazioni abbia.

Questo dovrebbe dare una base molto efficacie per qualsiasi corso scolare d'ogni ordine e grado. Il libro per fare un discorso compiuto e completo è ad oggi la forma migliore di trasmissione del sapere che abbiamo a mio giudizio, non può esser strumento di business e restare tale.

la lezione

Al posto di partire dalla lezione frontale, ove il docente ogni anno o semestre trova allievi diversi cui ripete la stessa broda cercando di dare e tenere il ritmo della classe, partirei dal raccogliere lectio magistralis su una piattaforma pubblica, ad es. un Youtube hostato dal GARR (abbiamo GNU MediaGoblin come piattaforma libera d'esempio), idea venutami ascoltando conferenze di Alessandro Barbero, TED Talks e Google Tech Talks, di vari soggetti, anche alcuni che chiamo senza mezzi termini imbonitori, PR, ma efficaci nel loro mestiere come efficacie è il mezzo, ma anche video d'altro genere come ad es. questa serie della Sapientia University, Tirgu Mures (Marosvásárhely), Romania; ogni docente con calma si "disegna la lezione" al meglio e, raccolte molte, argomento per argomento, da docenti diversi, alcune emergeranno come più apprezzate dai docenti, più apprezzate dagli studenti, le idee intanto migrano, i video ed i testi si affinano e poco alla volta si riesce a creare un limitato insieme di lezioni davvero notevoli, avendo cura di accorparle per argomento mostrando le migliori, possibilmente più d'una per argomento, tenute da docenti con idee diverse, se possibili antitetiche. La stessa lezione, i diversi punti di vista, ove riusciamo ad averne di sufficientemente vari.

Arrivati ad avere libri pubblici e lezioni registrate, si crea un po' di materiale di supporto che spieghi agli allievi ed ai docenti che non avran partecipato sinora alla fase di cui sopra, anche qui in video e libro, come usare questi strumenti, variante degli "how-to" dell'informatica libera. Si assegnano libri, si offrono le lezioni, gli studenti leggono e guardano preferibilmente alla sera, ma senza imporlo, essendo questa il momento della giornata in cui bambini, giovani, han attenzione ed energia per studiare, andando poi a dormire per fissare le idee.

Il giorno dopo, al mattino, l'allievo prepara una lezione da tenere ai suoi compagni e docenti, su quanto ha studiato la sera prima e quali aspetti ha approfondito da se. Arrivati a scuola i docenti scelgono a caso allievi che terranno effettivamente la lezione preparata. Il processo di preparare una lezione è quello che mostra al volo all'allievo stesso quanto ha appreso e cosa manca, perché ogni lezione è un'esposizione compiuta, deve aver un'introduzione, uno svolgimento ed una conclusione, un filo logico, le carenze e gli errori emergono subito. Il docente ascolta, con le domande corregge il tiro, crea contraddittori, anche spingendo altri allievi a far da contro-relatori della lezione come fosse una tesi. Altri compagni possono esporre i loro approfondimenti personali. Il voto copre il lavoro svolto, gli approfondimenti personali, sia dell'allievo scelto che di chi interviene creano pluralità di pensiero, acuiscono la capacità di esposizione, la capacità di dialogo, di tutti. Stimolano il pensiero critico ed insegnano la diversità e le molte sfaccettature che può avere ogni argomento, generando evoluzione.

gli effetti

Immagino ben meno stress da catena di montaggio per il docente, che al posto di ripetere la stessa broda cercando di trasmettere entusiasmo ha da migliorarla poco alla volta, affinare la sua ricetta e confrontarla continuamente con quelle dei suoi pari, anche loro in divenire, quindi è anche allievo come i suoi discenti, è nello stesso processo gnoseologico e quindi ne comprende al meglio la dinamica e la sua evoluzione nel tempo anziché perdere la memoria di quando era lui dall'altra parte. Questo processo fa circolare idee, incita il docente ad esser anche ricercatore attivo, essendo scaricato un po' dallo stress di lezioni sempre uguali e ciò genera una produzione editoriale poco eterodirigibile da editori o dallo Stato stesso essendo un processo pubblico e distribuito, come il software libero.

L'allievo impara a presentare, cosa necessaria ed utile per tutta la vita, perché dobbiamo avere una cultura base, ma anche saper interagire in società e più studiamo più l'interazione assomiglia ad una sorta di mutua lezione, in cui ogni parte del confronto esce arricchita. Fatti non foste per viver come bruti ma per perseguire virtute e conoscenza vuol dire anche condividere la conoscenza, confrontarsi intellettualmente di continuo, senza farne una gara, ma neppure senza farne catena di montaggio di paperi pubblicati nel publish-or-perish attuale.

D'altro canto pesando l'esplorazione personale si insegna a non prender solo l'imbeccata ma a muoversi in proprio, non si penalizzano i talenti nella scuola il cui modello esalta la mediocrità, frustrando i meno capaci che non trovano una via, e tarpando le ali ai più capaci impossibilitati a sviluppare il loro talento. Si aprono nella scuola stessa percorsi per cui i meno capaci troveranno una loro via pratica come mi si dice fosse il vecchio avviamento, ma più soft, con un confine meno netto, ed i più capaci potranno crescere verso il modello delle Grandes Écoles francesi che serve anche lui, come serve l'avviamento, mentre non serve l'operaio che non sa il suo mestiere ma ha il diploma e l'ennesimo laureato in, ma non davvero Dottore.

Questa scuola permette di differenziare in maniera soft i percorsi scolastici, permettendo ad ognuno di sviluppare il suo potenziale, dando comunque una cultura generale, ma senza trascinare i più deboli in perdite di tempo a scaldar il banco né frustrando le ambizioni dei più capaci. Una scuola in cui non c'è UN percorso ma n percorsi possibili con m sbocchi diversi, con la selezione e il gusto personale che muta e si affina via via in un ciclo continuo di analisi ed auto-analisi.

Ai margini questo modello impone una certa conoscenza IT, non dell'IT di piattaforma, su tablet e altri dispositivi pensati per "consumare contenuti" diretti dal gigante, ma quello desktop classico che è pensato per produrre contenuti propri e interagire in rete, nato su concetti come l'Augmented Cognition del tempo del PARC, quando nacque l'informatica moderna tutta. Allora il LaTeX2 piuttosto che per lavorare dati vari in R3 o usare CAS come Maxima, FriCAS, ma anche banalmente annotare ed interagire col computer in Emacs/org-mode che permettono di presentare al volo con contenuti attivi, es. come questo in effetti usati non solo da informatici, ma da avvocati, scrittori, persino per il controllo del traffico aereo non vadano persi o non siano appannaggio solo di pochi ad altissimo livello ma di molti, visto che se insegnati da subito sono accessibili a molti, del resto citando ancora Emacs uno dei primi sistemi di search&narrow (Helm) fu scritto da una guida alpina francese, org-mode è il progetto di un astronomo, sue parti scritte da un chimico e via dicendo.

Questo serve tantissimo perché oggi i più non sanno usare la carta, manco chi è nato ancora con lei, ed al contempo non san usare un computer. Fare un banale schizzo, un disegnino veloce, scrivere una formula, impaginare una lettera. Attività che formalmente si doveva saper fare, a penna, su carta, un tempo come scuola dell'obbligo ed oggi non si sa fare né su carta né al computer.

conclusione

L'informatica oggi è il sistema nervoso della società, conoscerla è far parte della società quali Cittadini, quali alfabeti in generale, non conoscerla, vivere sui servizi altrui è come essere i fedeli che van a messa del medioevo. Non Cittadini, ma sudditi, dipendenti da Alphabet-i che come Oracle-i posseggono l'informazione e la Meta-informazione, al punto da scegliersi simili nomi per sottolinearlo.

È un sogno, ma è anche una visione possibile, se ci si prova davvero. Per realizzarla nella scuola serve un corpo docente formato, per formarlo serve un corpo docente che sa, alcuni sparsi li abbiamo, che grazie all'IT stesso possono condividere il sapere e lo strumento del sapere coi colleghi che non sanno. La piattaforma pubblica è la chiave perché questa condivisione segua l'interesse pubblico, non quello dei summenzionati giganti.


1

certo qualcuno può storcere il naso perché "si pagano", quindi comunque è business, anche se del singolo e non della grande casa editrice, ma è business relativo essendo appunto del singolo che guadagna direttamente dal pubblico. Per quanto clientelismo possa nascere se anche i colleghi più prossimi all'autore adotteranno testi come scambio di favori il compenso di una singola adozione è talmente basso da non far differenza e la possibilità di sviluppare clientelismo su scala è residuale, mentre l'incentivo economico aiuta sennò è difficile riuscire ad aver abbastanza testi. Al contempo il pagare l'adozione rende di nessun valore la produzione continua di nuove edizioni e l'aggiornamento delle vecchie serve comunque per mantenere nel tempo il proprio livello di adozione un anno dopo l'altro. Il testo diventa un'opera in divenire che si affina e mantiene nel tempo, per di più con un'evoluzione misurabile.

2

con esempi come questa lunga lista che pure vede una certa community italofona e varie guide scritte da docenti italiani come ad es. alcune famose del Prof. Lorenzo Pantieri ma anche altre tradotte e varie università coi loro modelli LaTeX per le tesi, le lettere, associazioni con gli stili per le loro pubblicazioni e via dicendo. In sintesi quel che serve per creare documenti di qualità tipografica, come ci si aspetta sappia produrre qualsiasi persona acculturata, integrati con gli strumenti delle pubblicazioni scientifiche e classiche come le biografie e la loro gestione, la capacità di produrre figure, grafici, come un tempo serviva avere una bella grafia, saper disegnare a mano, piuttosto che sviluppare foto o usare un ciclostile. Oggi siamo nell'era del digitale, i più non sanno scrivere a mano, ma non sanno manco farlo al computer.

3

esempi come questi in cui da dataset vari, sapendo anche come trovarli ad es. tra gli istituti nazionali di statistica, le statistiche pubbliche raccolte da svariate organizzazioni, od anche i dati collezionati in proprio, elaborati in proprio, trasformati in report LaTeX ad es. con gli strumenti che R mette a disposizione (RMD/Quarto), da usare al posto dei fogli di calcolo, strumento anacronistico nato per rendere informaticamente usabili come scribacchini soggetti che nulla sapevano di informatica, al pari delle suite di office automation di cui in genere fanno parte.